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Vita da escort: Com’ è vivere grazie al proprio corpo e quanto si può guadagnare

Vita da escort: com’è vivere grazie al proprio corpo e quanto si può guadagnare

La vita da escort di lusso non è la stessa che può condurre la classica prostituta. E’ una vita fatta di scelte, programmazioni, indole, divertimento, piacere, passione. Ogni ragazza maggiorenne che decide di intraprendere questa professione ha il suo stile di vita. Può darsi allo ‘shopping compulsivo’ oppure investire sapientemente acquistando immobili, avviando un’attività imprenditoriale.

Il ruolo della prostituta si concentra esclusivamente sul rapporto sessuale dietro compenso, mentre la escort di lusso offre sia il servizio di accompagnatrice in ambienti raffinati sia quello sessuale. E’ una modella che sa gestire appuntamenti di classe in cambio di cachet decisamente più elevati della prostituta.

La escort seleziona i clienti, non è alla portata economica di chiunque, può incontrare uomini dalle esigenze sessuali più disparate ma può anche rifiutare un invito. Accetta incontri solo a casa sua, in hotel, in ambienti confortevoli o in eventi speciali: è una prostituta di lusso ‘riservata’.

Come diventare escort di lusso ed ottenere visibilità? In Italia, fare la escort è legale? Quanto guadagna?

Vita da escort: come diventare accompagnatrice di lusso ed ottenere visibilità

Grazie a Internet le escort hanno la possibilità di ottenere un livello di notorietà e ricchezza che sarebbe impossibile raggiungere con il semplice passaparola. Una buona presenza sul web è fondamentale per fare carriera.

Gestirsi in piena autonomia è da preferire alle agenzie di escort che, generalmente, vincolano con contratti di esclusiva.

Bisogna seguire 3 principali step:

  • Realizzare un book fotografico professionale con scatti sexy da utilizzare per gli annunci pubblicitari e nel proprio sito web personale;
  • Annunci pubblicitari ed inserzioni su siti selezionati che vengono suddivisi per Regioni e città (escort Roma, Milano, Torino, ecc.). E’ un settore molto competitivo, quindi creare un banner pubblicitario pagando pubblicità adult è una buona idea;
  • Sito web personale per costruire la propria immagine online inserendo la descrizione dei servizi, le abitudini personali, foto, video, specificando la disponibilità a viaggiare, ecc. Basteranno 2-3 pagine per centrare il bersaglio.

In Italia fare la escort è legale?

Non tutti sanno che, in Italia, seppure questa professione sia ancora vista come un’attività non regolamentata, fare la escort è legale.

La stessa prostituzione è tollerata e diventa fuorilegge soltanto in caso di:

  • induzione alla prostituzione da parte di terzi;
  • atti osceni in luogo pubblico;
  • minore età.

Questo lavoro è legale se svolto in libertà, senza costrizione e senza infrangere la legge nei tre suddetti casi. Non solo: la escort deve pagare le tasse e fare la dichiarazione dei redditi.

Con la sentenza n. 22413/2016, la Cassazione ha confermato che i ricavi derivanti dalla prostituzione sono tassabili: sono redditi da dichiarare e vanno indicati nella voce ‘redditi diversi’ o ‘redditi di lavoro autonomo’. Dunque, la escort deve versare l’Irpef e, se il lavoro non è occasionale, deve versare anche l’IVA.

Quanto può guadagnare una escort di lusso?

Non si può definire il guadagno medio di una escort. Una escort di lusso molto impegnata può arrivare a guadagnare anche 50mila euro al mese ma non esistono regole.

Ognuna fa la sua vita da escort: c’è la ragazza che lavora occasionalmente, quella che lavora tutti i giorni o particolarmente nei weekend. Alcune modelle scelgono di offrire solo prestazioni ordinarie, altre optano per i servizi ‘particolari’ con richieste bizzarre (dominatori, feticisti, addio al celibato, ecc.). Di conseguenza, bisogna considerare anche la questione dei compensi diversi in base alle prestazioni.

Per avere un’idea dei guadagni, si può dire che se una escort alle prime armi riceve 100 euro all’ora, una modella con esperienza e molto richiesta può guadagnare dai 500 ai 1.000 euro all’ora. Alcune escort, pur non lavorando tutti i giorni, possono mettersi in tasca dai 15mila ai 50mila euro al mese.

Fase 2: celebrare i riti funebri al tempo del covid-19

Numero massimo di 15 partecipanti che devono stare a distanza, uno dall’altro, di almeno un metro e indossare le mascherine ed i guanti. Le cerimonie dovranno durare giusto il tempo della benedizione senza contatti fisici tra i presenti (ad esempio segno della pace) e vanno evitati assembramenti di ogni tipo come i cortei. È meglio optare per un luogo all’aperto e se viene celebrato in chiesa, questa, deve essere preventivamente sanificata.

Il Dpcm

Ecco le nuove modalità per la celebrazione di un funerale a partire dal 4 maggio come è stato previsto dal governo e dall’ultimo Dpcm che ha annunciato il premier Conte. Nel documento inviato alla conferenza episcopale italiana si chiarisce come queste misure di contenimento delle cerimonie funebri siano dedicate alla gestione dell’emergenza epidemiologica derivante dal Covid-19 e per limitare la diffusione dell’epidemia virale avviando questo graduale processo di ripartenza di tutte le attività sospese in seguito alla pandemia e considerando alcune fra le misure più restrittive previste finora.

La tutela della pubblica salute e l’esigenza di non rendere nulli gli sforzi importanti sin qui compiuti, nell’attuale situazione richiede la limitazione di molti diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio delle libertà di culto. nell’articolo 1 al comma 1 e lettera i di questo Dpcm si evince che ci si può rivolgere alle imprese di pompe funebri a Roma comma ad esempio Cattolica San Lorenzo, per l’organizzazione di cerimonie funebri a cui potranno partecipare soltanto i congiunti e, in ogni caso, sino ad un massimo di 15 persone, come abbiamo detto.

No al segno della pace

Una misura collegata all’attuazione delle misure di gestione e contenimento dell’emergenza epidemiologica Covid-19 è quella della celebrazione delle cerimonie funebri esclusivamente circoscritta negli edifici di culto o in luoghi all’aperto avendo cura che i partecipanti si allontanino immediatamente dal luogo in cui si svolge la celebrazione in modo da evitare la formazione di assembramenti vicino al feretro. Peraltro, il Viminale riconosce come la forma liturgica delle celebrazioni rientri nella competenza delle autorità ecclesiastiche, secondo un apprezzamento collegato alle differenti situazioni nei territori, le varie tradizioni o consuetudini locali ma, si spera che si assicuri sul fatto che le cerimonie si svolgano in un tempo contenuto. Nello specifico si legge che i riti della commendatio e valedictio del deceduto, sono rimessi, nella stessa maniera, all’autorità ecclesiastica competente, naturalmente da compiere nello stesso luogo in cui è celebrato il rito esequiale.

Molto importante è anche la successiva annotazione che riporta: in caso di celebrazione della Messa, si deve evitare il contatto fisico come, ad esempio, il segno della pace. E per finire viene ribadito che la celebrazione esequiale è consentita in ogni caso con il rispetto delle norme precauzionali prese in ambito contenimento dell’emergenza in corso. Nello specifico, è prescritto che chi partecipa indossi degli idonei dispositivi di protezione per le vie respiratorie e mantenga le previste distanze interpersonali assicurandosi, se la celebrazione è al chiuso, che l’area abbia una capienza adatta al distanziamento e sia sanificato previamente .

Test fisici, chimici e biologici per stabilire la qualità de latte crudo

Per stabilire la qualità de latte crudo, gli operatori del settore lattiero-caseario hanno a disposizione diversi tipi di test. Verificare costantemente la qualità della produzione infatti, è importante per far si che il prodotto possa rimanere sempre entro i parametri di qualità previsti dalla normativa vigente, ma al tempo stesso un monitoraggio continuo ed efficace consente di poter intervenire rapidamente in caso di problemi salvaguardando la produzione ed evitando così sprechi o perdite dovute all’ inutilizzabilità dell’intera produzione.

Tra le tipologie di test maggiormente adoperati dagli operatori del settore ci sono i test fisici, quelli chimici e quelli biologici.

Test fisici

Questi sono utili solo quando la mastite è già in fase avanzata. Tra questi ci sono il test della ciotola di mungitura, il test del panno nero e il contenitore del test.

  • Test della ciotola di mungitura: il latte anormale viene raccolto su un tessuto nero steso sopra la ciotola, i grumi diventano così ben visibili.
  •  Test del panno nero: questo viene effettuato durante la preparazione della mucca per la mungitura. Consiste nel rilevamento di grumi nel latte facendo passare i primi getti attraverso una rete nera o usando un secchio appositamente progettato per questo tipo di operazione. È consigliabile eseguire questa procedura in tutte le mungiture, poiché oltre a rilevare il latte anomalo, vengono eliminati i batteri che si trovano normalmente in quantità maggiori nei primi getti.
  • Tazza di prova: qui vengono esaminati i primi getti di latte da ogni mungitura su una tazza a strisce dal fondo scuro. Coaguli, squame, fili, materiale fibroso, secrezioni acquose o colore anormale indicano che il latte non è normale e che ci sono probabili problemi.

Test chimici

Tra questi ci sono: la conduttività elettrica del latte, la cartina indicatrice della mastite e il test Whiteside.

  • Per quanto riguarda il test di conducibilità elettrica, la procedura chimica è molto variabile e in parte soggettiva, quindi non è raccomandata come test singolo. Il test di conduttività elettrica  è stato utilizzato nell’ultimo decennio come indicatore della mastite, e si basa sull’aumento della conduttività elettrica del latte a causa del suo maggiore contenuto di elettroliti, in particolare gli ioni di sodio e cloro, ed è stato sviluppato come metodo per monitorare lo stato della mastite nella mucca. Questa tecnica è importante, tuttavia i suoi limiti probabilmente ne limitano l’uso alle mucche che sono tenute in piccoli allevamenti o in laboratori con autoanalizzatori.
  • Indicatore di mastite: il metodo consiste in una speciale cartina sulla quale alcune gocce di latte vengono fatte cadere direttamente dal capezzolo. Il latte che dà un colore corrispondente ad un pH uguale o maggiore di 7 è considerato sospetto. Questo test rileva oltre il 50% del latte infetto.
  • Nel test Whiteside il latte viene miscelato con una soluzione di NaOH al 4% che provoca la gelificazione del latte formando grumi visibili. I grumi saranno più grandi quando il latte contiene più cellule somatiche. Per rendere più visibile la reazione, è conveniente usare una lastra di acrilico nero.

Test biologici

I test biologici più comuni sono il California Mastitis Test ed il conteggio delle cellule somatiche.

  • Il California Mastitis Test è un semplice test utile per rilevare la mastite subclinica valutando grossolanamente il conteggio delle cellule del latte. Non fornisce un risultato numerico, ma piuttosto un’indicazione se il conteggio è alto o basso, quindi ogni risultato al di sopra di una determinata soglia è considerato sospetto.
  • Conteggio delle cellule somatiche: fornisce informazioni molto utili per la gestione della mandria, nonché per l’agricoltore ed il veterinario. Sebbene questi test di monitoraggio non diagnostichino la causa o il tipo di infezione, avvisano comunque l’agricoltore ed il veterinario che si sta sviluppando un problema nella mandria o nel singolo animale, quindi consentono di intervenire rapidamente.
  • Questo metodo ha attualmente un’applicazione universale, in particolare nei laboratori di controllo dei prodotti lattiero-caseari o dedicati alla diagnosi o allo studio della mastite, utilizzando dispositivi di conteggio delle cellule somatiche latte quali BactoCount IBC e BactoCount IBCm, commercializzati da Bentley Instruments, i quali impiegano la citometria a flusso per stabilire in tempo reale e molto preciso quale sia la qualità del latte prodotto e se siano necessari interventi per migliorarla.

Fiori funebri, quali quelli più adatti

Al momento della scomparsa di una persona cara o un conoscente, un bellissimo ed elegante gesto di vicinanza ed affetto alla sua famiglia è quello di far recapitare o donare dei fiori. Al giorno d’oggi, le società di servizi funebri a Roma e ovunque, come ad esempio quelli di Cattolica San Lorenzo, ormai permettono di poter realizzare questo tipo di gesto delicato ed affettuoso nei confronti di un defunto.

Tuttavia non tutti i generi di fiori si possono regalare e quindi esiste anche una sorta di galateo in questo ambito molto particolare. Infatti, ciascun tipo di composizione floreale scelto, può avere un determinato significato o esprimere un messaggio particolare. Quali sono dunque i fiori funebri più adatti da donare? Approfondiamo l’argomento e andiamo a conoscere qualcosa in più da questo punto di vista.

Cosa regalare e far recapitare

Diverse possono essere le composizioni floreali che si possono comporre e donare, in genere sotto forma sia di mazzi di fiori, spesso gradito segno di rispetto ed affetto nei confronti del defunto, e sia di cuscini o corone, da recapitare prima dell’evento funebre al domicilio della persona scomparsa. Nel caso in cui con questi ci fosse un rapporto formale, ad esempio di tipo lavorativo (un collega oppure un superiore), allora è consigliabile regalare una cesta di fiori o piante.

Come effettuare la scelta giusta

Il genere di fiori da donare dipende da diversi fattori: come il tipo di conoscenza e vicinanza si avesse col defunto, se questo fosse un uomo o una donna, se una persona giovane oppure matura o anziana. Generalmente, per gli uomini risultano più adatti fiori di colore giallo, mentre se ad essere scomparsa è una donna, allora la scelta dovrebbe ricadere sul rosa e le sue diverse tonalità. In quest’ultimo caso, in particolare, spesso sono donati dei gigli o delle rose.

Se invece il defunto fosse una persona giovane, solitamente si tende ad optare per composizioni con gigli bianchi o gladioli. Nel caso il rapporto con lo scomparso fosse affettuoso ma non eccessivamente stretto (come ad esempio con un vicino di casa), allora la scelta potrebbe ricadere su delle rose oppure calle di tonalità bianca. Nulla vieta comunque di inserire qualche tocco di blu o di viola alla stessa composizione.

Diverso è invece il discorso nel caso si conoscesse approfonditamente il defunto, allora in tale circostanza di potrebbero regalare direttamente i fiori da questi preferiti, come una sorta di ultimo omaggio ad una persona cara e delicato gesto di affetto nei suoi confronti. Comunque, se si avessero dei dubbi, è sempre possibile ricevere ottimi consigli da fiorai o professionisti delle agenzie funebri.   

Situazione politica in bilico: la politica elogia il “Codice Rosso”

La situazione politica italiana continua ad essere a dir poco altalenante. Dopo il dietrofront dello scorso agosto di Matteo Salvini, la palla è passata nelle mani della coalizione 5 Stelle – Partito Democratico.

Tuttavia se inizialmente le cose tra i due partiti sembravano serene e piene di buoni propositivi, a distanza di mesi non sembra andare tutto rosa e fiori.

Molti sono i pareri dei vari esponenti politici, tra deputati e senatori, ex ministri o leader di partito, ma la noce nel sacco che sta iniziando a fare rumore è quella del questore della Camera dei Deputati Edmondo Cirielli.

Il Codice Rosso era una buona idea

L’esponente del partito Fratelli d’Italia, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, si è mostrato solidale al gentil sesso, invitando il Governo a punire coloro che mancano di rispetto al mondo femminile.

In una dichiarazione ha affermato “Noi come Fratelli d’Italia abbiamo presentato una proposta di legge che prevede un aumento secco di pena fino a un massimo di dodici anni, perché purtroppo dobbiamo tenere conto degli “svuota-carceri”’, della legge Gozzini, di tutti gli strumenti che sostanzialmente riducono la pena. Torniamo alle ipotesi dei delitti in materia previsti dal Codice Rocco, che era fatto molto bene, perché non era un codice non ideologico, redatto da grandi giuristi”.

Cirielli non ha perso occasione di ricordare come la Legge fortemente voluta dal leader della Lega mesi fa si distingueva per la punibilità prevista verso coloro che stupravano e violentavano (psicologicamente e carnalmente) la loro vittima.

Il punto di vista di altri politici

A riguardo Cirielli non è stato il solo a dire la sua. Anche Isabella Adinolfi, europarlamentare grillina ha guardato alla questione dal punto di vista europeo. Sembra infatti che sulla base della Convenzione di Istanbul, l’Italia necessitava di adeguarsi e lo ha fatto con il Codice Fosso.

Oggi servono investimenti nel nostro paese per educare al non odio e alla non violenza; due piaghe che possono combattersi solo con la cultura. Per questo l’Adinolfi spera che Bruxelles possa finanziare la nascita di centri anti violenza in tutta l’Europa, per proteggere e dare supporto alle donne vittime di maltrattamenti.

Anche il presidente salernitano Michele Strianese ha espresso il suo parere: “L’Italia non è un Paese per donne. Secondo gli ultimi dati del Rapporto Eures 2019, nei primi dieci mesi del 2019 sono state uccise 94 donne, quasi una ogni tre giorni. Purtroppo la violenza di genere in Italia è in crescita, non solo femminicidi, ma aumentano in maniera preoccupante stalking, violenze sessuali, abusi, maltrattamenti, reati molto spesso commessi in ambito familiare, affettivo o all’interno di una relazione di coppia. Dunque è necessaria una rivoluzione culturale che promuova in ogni ambito relazioni non discriminatorie e rispetto delle differenze di genere”.